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Julius Evola
Franco Isman e Xenia Marinoni

Evola e Lealtą Azione

Julius Evola è uno tra gli intellettuali più discussi per le proprie teorie e messaggi da molti definiti, come minimo, razzisti. Scrisse diverse opere, tra il 1936 e il 1941, sul concetto di razza, distinguendosi per particolari posizioni razziste ed eugenetiche, esposte in ben quattro libri e in centinaia di articoli. Questo pensatore anomalo e scomodo, che ha tenuto un piede nell'estrema destra e un altro nel mondo dell'esoterismo, su Wikipedia viene descritto così «le sue posizioni si inquadrano, in parte, nell'ambito di una cultura e di tendenze ideologiche assimilabili o vicine a quelle del fascismo e ancor più del nazionalsocialismo, pur esprimendosi spesso in una critica in chiave tradizionalista nei confronti di alcune componenti dei due regimi. Mussolini ne apprezza alcune impostazioni: in particolare il ritorno alla romanità e una teoria della razza in chiave spirituale. Da parte sua il filosofo nutre un'indubbia ammirazione nei confronti del "Duce"».

La sua teoria razzista e antisemita è originale, tanto da essere una componente fondamentale del suo pensiero: “razzista totalitario” si era autodefinito. Il suo è un razzismo in grado di fondere pericolosamente studi di biologia, elucubrazioni psicologiche e ricerche di antropologia. Diverso, almeno nei suoi presupposti, tanto dall' anti-giudaismo radicato in ambienti cattolici, quanto dall'anti-sionismo socialista e comunista, teorizzatore di complotti internazionali ebraici, che mirano alla distruzione della vecchia Europa, dando credito al famoso falso della polizia segreta zarista “I Protocolli dei savi di Sion”.

Se durante il Fascismo furono molti gli uomini di cultura che accettarono la politica del regime contro gli ebrei per conformismo o addirittura per convenienza, ci furono però altri intellettuali che invece condivisero davvero l'ideologia antisemita. Evola era uno di questi e cercò di fondare una “dottrina della razza” diversa, a suo dire, da quella di Hitler, perché basata non su elementi ”biologici” ma “spirituali”. E' stato uno dei più convinti antisemiti italiani e non ha mai preso le distanze dai propri scritti antiebraici, continuando a rimanere fedele, fino alla morte, a posizioni razziste. Anzi, ancora dieci anni dopo la Seconda guerra mondiale confessava la sua ammirazione per le SS, rappresentanti, a suo parere, di “una nuova nobiltà politica razzialmente, moralmente e anche spiritualmente selezionata”.

Julius Evola è ritenuto da molti un cattivo maestro. Ma se il suo persistente razzismo radicale (messo a disposizione del Fascismo e mai abiurato) lo ha relegato per decenni ai margini della cultura italiana oggi è assurto a figura di riferimento dei nuovi fascisti e fascistelli che si ispirano alle sue aberranti teorie.

Sabato19 novembre l'associazione Lealtà Azione nella sua sede di via Dante ha organizzato una “introduzione” al pensiero di Evola.
Dopo la strumentalizzazione della tragedia di Gorla, si tratta della prima manifestazione culturale del “branco” di Monza.
Bene, siamo felici e solidali con le loro battaglie a favore degli animali e contro la vivisezione, ci piace molto meno invece che siano antisemiti e contro le minoranze in genere.

Franco Isman
Xenia Marinoni


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  21 novembre 2011